Attrarre e trattenere i talenti

Attrarre e trattenere i talenti: è possibile?

Il mondo del lavoro post pandemia riflette importanti cambiamenti, primo fra tutti la percezione del lavoro, caratterizzato da nuovi modelli organizzativi che promuovono il benessere e la soddisfazione del lavoratore.

Un tema ancora molto caldo è quello della Great Resignation (con la sorta di “appendice” detta Quite Quitting). Per “Great Resignation” si intende il fenomeno che vede un numero crescente di persone lasciare volontariamente il proprio impiego, causando una carenza di forza lavoro generalizzata; per Quite Quitting si intende “lavorare giusto il necessario” o in alcuni casi il dare le dimissioni senza comunicarlo al datore di lavoro.

Le principali leve che hanno attivato queste esigenze di cambiamento da parte dei lavoratori sono legate al diffondersi di una maggiore attenzione all’equilibrio tra la vita privata e quella professionale, alle possibilità di crescita e alla ricerca di valori aziendali in linea con i propri; non necessariamente alla ricerca di condizioni economiche più vantaggiose, anche se l’aspetto economico resta comunque uno degli aspetti più importanti nella scelta del lavoro.

E quali sono gli aspetti che maggiormente caratterizzano le scelte dei lavoratori? Secondo recenti studi tra le ragioni che guidano il cambiamento vi sono la necessità di lavorare in una realtà più flessibile, la volontà di avere incarichi più mirati e soddisfacenti, l’equilibrio tra lavoro e vita privata, le opportunità di avanzamento di carriera, le opportunità di apprendimento continuo.

Queste esigenze sono contrarie all’interesse dell’azienda o possono essere facilmente conciliate in nome del benessere personale e lavorativo e portare ad una evoluzione?

Quali sono le strategie che possiamo mettere in campo per attivare il cambiamento?  In che modo un’azienda può creare una cultura aziendale in grado di attrarre e trattenere i talenti?

  1. Comunicare la mission, i valori, la cultura aziendale: le aziende dovrebbero adottare una cultura aziendale inclusiva, equa e sana, promuovendo la diversità, l’uguaglianza e l’inclusione, con maggiore attenzione al clima di lavoro, alla leadership e alla sostenibilità.
  2. Fornire opportunità di crescita: valorizzazione delle risorse e potenziale, una cultura aziendale vincente è quella che incoraggia lo sviluppo personale e professionale.
  3. Promuovere il Welfare aziendale: Non solo bonus di tipo economico: strumenti come il welfare aziendale rappresentano azioni concrete indirizzate a diffondere il benessere per il lavoratore (e spesso anche per il suo nucleo familiare).
  4. Condividere informazioni aziendali: le aziende dovrebbero promuovere un clima lavorativo con la massima trasparenza nelle comunicazioni per rendere partecipe il lavoratore sulle attività che andrà a svolgere e sul contributo che queste avranno nel raggiungimento degli obiettivi aziendali.
  5. Mantenere una comunicazione costante e aperta.

In sintesi, come spesso capita, i rapporti sono di norma speculari: attuare da parte dell’azienda una strategia di talent acquisition ed employer branding, in cui risulti centrale valorizzare e coinvolgere il lavoratore, non può che portare ad una maggiore soddisfazione reciproca, che permette di attirare nuovi talenti e di trattenere efficacemente quelli presenti in azienda.

Silvia  – Responsabile Commerciale di Area – Mantova

Sono quasi 2 milioni 200 mila le dimissioni registrate nel 2022, in aumento del 13,8% rispetto al 2021. Ma nel quarto trimestre dello scorso anno si interrompe il trend positivo rilevato dal secondo trimestre del 2021: le dimissioni sono state 528.755 con un calo del 6,1% (-34 mila) rispetto allo stesso trimestre del 2021, coinvolgendo in misura maggiore gli uomini (-7,2%) rispetto alle donne (-4,4%). È quanto emerge dalla nota trimestrale sulle comunicazioni obbligatorie del ministero del Lavoro, relativa all’ultimo trimestre 2022.

Belonging: quando il senso di appartenenza migliora le performance aziendali

Belonging immagine

Ai già consolidati temi della diversità e dell’inclusività, da tempo emerge quello del Sense of Belonging.

Per senso di appartenenza si intende l’attaccamento che un lavoratore ha verso l’azienda in cui lavora, la condivisione di progetti comuni e di obiettivi da raggiungere, la valorizzazione del proprio contributo all’interno del team.

Il Sense of belonging costituisce quindi una fonte di ispirazione ed entusiasmo che determina un rapporto molto più proficuo e positivo dei lavoratori con il proprio lavoro.

Il senso di appartenenza è anche uno dei segreti per avere un team leale e fedele nel tempo: è un’identificazione nei valori e nei principi dell’organizzazione ma soprattutto rispetto e difesa degli stessi; appartenere significa far parte di un progetto, di un’idea, di un gruppo e questo stimola e motiva le persone coinvolte, le rende uniche e le mantiene salde all’azienda, diminuendo, di fatto, il turnover aziendale.

I dipendenti emotivamente legati alla propria azienda si dedicano alla mission aziendale con passione e coinvolgimento altrimenti impossibili da ottenere tramite altri strumenti.

Inoltre, molti studi hanno dimostrato come il senso di appartenenza difenda dallo stress come una vera e propria barriera: un ambiente di lavoro positivo e di cui ci si sente fortemente parte ha ricadute evidenti sull’equilibrio psicologico delle persone che, quindi, sono sempre più alla ricerca, sfatando il mito del post fisso, di un posto di lavoro felice, in cui si lavora con condivisione, scambio di informazioni, sostegno ed aiuto dagli altri.

Per creare un senso di appartenenza aziendale è fondamentale determinare un ambiente di lavoro positivo, promuovere un clima aziendale di benessere individuale, costruendo un GRUPPO AZIENDA di cui ogni persona deve sentirsi parte integrante e coinvolta.

Come scrisse Dale Carnegie “Trattate bene gli altri, trattateli da uguali, e coinvolgeteli nel lavoro di squadra. Esiste un solo sistema fondamentale per creare un posto di lavoro all’insegna della dignità: UMANIZZARE L’ORGANIZZAZIONE”.

Sembrerebbe non fattibile, soprattutto in contesti in cui i risultati economici contano più delle persone, invece i numeri del fatturato li determinano proprio i lavoratori: il legame tra fattore umano, fattore economico ed organizzativo è imprescindibile.

Costruire il posto di lavoro felice potrebbe essere la vera chiave del successo.

 

Luca F.
National Coordinator Permanent Staffing

Il lavoro è patto sociale tra le persone

Michele Borghi - Intervista CDO Insubria

INTERVISTA A MICHELE BORGHI
IL LAVORO È PATTO SOCIALE TRA LE PERSONE

Intervista a cura di CDO Insubria
Storie di Copertina

“Non esiste un giorno definibile il giorno giusto”.  È la massima che ispira Michele dalla fondazione della sua società nel 2012.

Staff S.p.A. Agenzia per il Lavoro, dall’inizio e per ogni giorno di attività intende il proprio mandato come una vera missione sociale per persone e territori. I numeri aiutano a comprendere quale sia il progetto imprenditoriale e l’impatto sociale che i 200 dipendenti di Staff S.p.A. riescono a produrre nelle regioni e provincie in cui la società ha sedi, ad oggi 38, con tanto di responsabili territoriali e commerciali, formati sulle specifiche esigenze delle zone.

Un numero che rende in particolar modo orgoglioso Michele: il 30% dei lavoratori assunti in somministrazione di lavoro a tempo determinato si trasforma a tempo indeterminato. E il settore conta già 120.000 lavoratori assunti in somministrazione a tempo indeterminato. “Lavorare facendo bene il proprio mestiere è gratificante, ma quando si fa del bene, è entusiasmante”. Lo dice senza vanto, con l’orgoglio semplice di chi, da dieci anni, si cimenta in un mercato complesso, spesso indicato come responsabile primario del “precariato”.

L’approccio che Michele, invece, ha portato con Staff S.p.A., e che gli è stato attribuito anche con importanti titoli e riconoscimenti tra cui Campioni della Crescita 2023 e Welfare Champion 2022, risolve un problema sistemico e annoso, il «lavoro nero», attraverso contratti regolari in somministrazione di lavoro che permettono alle aziende di soddisfare esigenze temporanee con la flessibilità e l’efficienza richieste dalla competitività del mercato, nel pieno rispetto dei diritti dei lavoratori. Inizio e termine del contratto di lavoro, uniti alla certezza delle condizioni economiche, sono le caratteristiche che definiscono qualunque “lavoro in somministrazione” proposto da Staff S.p.A., tutelando imprenditori e lavoratori e costruendo le basi per l’evoluzione del rapporto.

L’impegno che la società profonde è in particolare dettato dal comprendere le caratteristiche del lavoratore e matcharle con le necessità dell’impresa in fase di ricerca. “Serve a questo un intermediario per il lavoro e sono felice di quello che è successo in questi dieci anni”. La parola chiave dell’agire in termine di patto sociale con il Paese è rispetto: sia per le persone che necessitano di dignità, opportunità e tutela, della legalità anche quando impone norme restrittive, delle retribuzioni che siano allineate sì al mercato ma anche alle esigenze di individui e famiglie, dell’imprenditorialità, sia dei clienti sia di Staff S.p.A.

Su questo punto, Michele invoca un valore spesso in disuso: il buon senso, come somma di esperienza e di ragionevolezza. All’interno dell’azienda, significano burocrazia ridotta al minimo e organizzazione piatta…per davvero. Eccoli i pilastri su cui si impernia la collaborazione con Compagnia delle Opere Insubria, improntata sulla volontà di dare agli associati soluzioni efficaci attraverso partnership non solo e non tanto con aziende ma tra imprenditori, accomunati da un comune punto di vista.

L’apertura al cambiamento è la porta d’accesso ad un reale progresso e ad un’innovazione nei processi e nelle relazioni, che costituiscono la migliore risorsa per affrontare il mondo del lavoro con tutte le sue complessità e il suo divenire

Trovare un nuovo lavoro

YES I START UP

TROVARE UN NUOVO LAVORO
ALCUNI CONSIGLI PER TROVARE IL LAVORO GIUSTO PER TE

Trovare un nuovo lavoro

La ricerca attiva di lavoro è un’attività a tempo pieno che ci obbliga ad una autoanalisi allo scopo di trovare un nuovo lavoro o un’opportunità economicamente soddisfacenti, ma soprattutto in linea con le nostre esigenze personali e professionali.

Da una ricerca sull’analisi dei canali di ingresso del mondo del lavoro realizzata da Inapp-Plus (Istituto Nazionale per l’Analisi delle Politiche Pubbliche) emergono alcuni punti fondamentali: più della metà degli intervistati ha trovato un nuovo lavoro con metodi fai da te (passaparola, contatti nell’ambiente di lavoro, parenti o amici, social, attività autonoma…), i centri per l’impiego raccolgono solo alcune candidature, quelle legate alle fasce più fragili, e si evidenzia una differenza retributiva fra gli impieghi trovati attraverso alcuni canali rispetto ad altri. I risultati sollevano quindi alcune questioni che coinvolgono i candidati e la loro ricerca attiva di lavoro, invitandoci ad alcune riflessioni.

Si parla di conciliazione fra vita personale e vita lavorativa e di qualità del lavoro e a questi argomenti caldi si collega purtroppo il fenomeno delle cosiddette “grandi dimissioni”. Moltissime persone, dopo il primo durissimo periodo di pandemia, hanno realizzato quanto sia importante la qualità del tempo che svolgono al lavoro, e quanto siano urgenti misure per rendere il lavoro più “sostenibile”, come nella gestione della famiglia e delle proprie passioni, negli spostamenti casa-lavoro, nell’impatto ambientale delle nostre attività quotidiane. Ciò che emerge è quindi la necessità di un’attenta analisi delle priorità personali per cercare e trovare il nostro prossimo lavoro.

È necessario attivare un piano di ricerca organizzato e sistematico di ricerca di un nuovo lavoro per inserirsi efficacemente in un mercato che cambia velocemente le sue regole e che punta sulle reali motivazioni delle persone.

Un piano di ricerca attiva del lavoro 

In questo senso una ricerca efficace dovrebbe prevedere alcune tappe imprescindibili:

  • Elaborare un CV in formato modificabile. Il CV non è come il diamante: NON È PER SEMPRE. Noi cambiamo e lui cambia con noi: aggiungiamo esperienze o corsi, valorizziamo i contenuti, inseriamo una foto nuova che ci rappresenti, cambiamo schema grafico generale, alleghiamo una lettera di presentazione. Il cv non è solo un pezzo di carta: è il nostro biglietto da visita principale, è il frutto della nostra “autoanalisi”.
  • Annotiamo su un quaderno o un file excel tutte le informazioni utili per la ricerca di un nuovo lavoro, scrivendo prima di tutto le nostre priorità e i nostri vincoli come famiglia, spostamenti e vicinanza a casa, denaro, necessità famigliari, orario di lavoro, appartenenza a categorie fragili, tipologie di lavoro che siamo disponibili a fare o capaci di fare. Poi, come se fosse un diario, teniamo nota di tutti gli annunci a cui ci iscriviamo, come le informazioni ricevute da amici e parenti sulle opportunità lavorative, idee su dove e come presentare il proprio curriculum vitae, preoccupandoci di valutare criticamente tutti gli spunti ricevuti.
  • Informiamoci, leggiamo quotidiani e notizie che riguardino il mondo del lavoro del territorio in cui vogliamo o possiamo lavorare.
  • Ampliamo la rete delle nostre conoscenze e delle nostre esperienze personali per poter conoscere meglio noi stessi, per esempio quanto siamo adatti ad un lavoro ripetitivo, quanto siamo adatti ad un lavoro che richiede creatività e reattività, quando siamo in grado di guidare persone o se preferiamo essere guidati da altri nello svolgimento delle nostre attività.

Perché rivolgersi a Staff per trovare un nuovo lavoro

Il contesto in cui attualmente le persone si muovono nella ricerca di lavoro è stato fortemente modificato dalla pandemia, il cui obbligo al distanziamento e all’utilizzo di strumenti digitali, compresa la ricerca di lavoro stessa, ha reso il processo più complesso. È quindi fondamentale che le persone si approccino alla ricerca attiva di lavoro preparate e consapevoli su chi sono e su quello che stanno cercando: ognuno di noi è unico e irripetibile e deve poter svolgere al meglio il lavoro che gli è più congeniale.

In questo senso Staff S.p.A., con il suo personale esperto e qualificato, può essere d’aiuto orientando e supportando le persone nella ricerca di un nuovo lavoro in modo attivo ed efficace.

Staff può infatti aiutare il candidato nel confronto di più offerte di lavoro, fornire informazioni attendibili sulle tipologie di contratti, sulle retribuzione e sulle agevolazioni, supportare nei servizi di orientamento e coaching attraverso le misure di Politiche Attive del Lavoro, offrire percorsi di formazione e riqualificazione che aprano a nuove opportunità e, in particolare, guidare le persone nei processi di selezione.

Autore:
Emma – Responsabile Staff S.p.A. – Filiale di Mantova

Scrivere un Curriculum Vitae: le buone pratiche

Curriculum vitae

Scrivere un Curriculum Vitae: perché imparare alcuni accorgimenti?

Ognuno di noi almeno una volta nella vita si è dovuto mettere di fronte ad un foglio (di carta o elettronico) e ha dovuto ripercorrere le tappe fondamentali del suo percorso scolastico e lavorativo per cercare il primo o un nuovo lavoro. Com’è stato?

Per nulla facile, vero?!

Scrivere un curriculum vitae significa fare un viaggio dentro di noi, dentro i nostri ricordi e, quindi, dentro ogni singola emozione provata dal primo giorno di scuola, alla maturità, al primo lavoro, fino al raggiungimento dei nostri obiettivi più personali e privati.

Scrivere un curriculum vitae  è tutt’altro che un’operazione meccanica: è produrre quel lungo biglietto da visita che parla di noi, delle nostre vite, delle nostre capacità, delle nostre aspirazioni ed è per questo che è così importante: sulla base di come ci presentiamo saremo valutati e considerati.

Quindi è necessario prima di tutto presentarsi bene.

Abbiamo quindi pensato di suggerire alcune “buone pratiche” da mettere in atto per la stesura di un curriculum vitae efficace.

A chi sono rivolte? A chi fa un cv per la prima volta, ma soprattutto a chi, pur essendo già occupato, si trova nella condizione di dover cercare un nuovo lavoro e quindi di compilare un cv.

  • Il CV deve parlare di voi in modo CHIARO 

Il Curriculum Vitae deve essere di facile lettura e il più chiaro e semplice possibile.  Le mosse vincenti? Utilizzare elenchi puntati al posto di frasi lunghe e scegliere un’impaginazione e un carattere che siano di impatto immediato. La foto è facoltativa, ma se scegli di inserirla ricorda di utilizzare una foto a sfondo neutro e professionale. Quindi niente foto in vacanza, con l’abito da sposa/o, con altre persone. Per renderlo ancora più completo puoi inserire il link al profilo LinkedIn o ad altri account social.

  • Evidenzia le esperienze più qualificanti

Ricordati di inserire le informazioni in grado di evidenziare le tue esperienze lavorative e il settore di riferimento: inserisci il nome dell’azienda e il ruolo ricoperto, le date di inizio e di fine, le mansioni principali e gli obiettivi raggiunti. Una volta raggiunti livelli di esperienza molto elevati è opportuno rimuovere dal CV esperienze non in linea con la posizione per cui ti stai candidando.

  • Menziona il Percorso formativo

Il Curriculum Vitae deve presentare il percorso formativo, il titolo di studio ottenuto e il nome dell’Istituto. Inserisci le tue esperienze a partire quelle più recenti. Se hai frequentato corsi o master dopo l’università è sicuramente buona regola farne menzione. Se sei alla ricerca di un primo impiego, non limitarti ad indicare il tuo corso universitario o la laurea, ma inserisci anche gli esami più rilevanti e in linea con la posizione lavorativa che ti interessa o che stai cercando.

  • Non dimenticare hard skill e le soft skill nel Curriculum Vitae

Assicurati di elencare tutte le qualifiche e le competenze acquisite dalle precedenti esperienze e dal tuo percorso di studi. Per Hard skill si intendono le abilità tecniche, misurabili e dimostrabili, che le aziende individuano come caratteristiche fondamentali nella ricerca dei profili più adatti a loro. Sono hard skill le competenze nella programmazione informatica, nell’utilizzo di macchinari, la conoscenza di lingue straniere, l’utilizzo di specifici software, etc….

Per Soft skill si intendono invece tutte quelle competenze trasversali che possono renderci più adatti ad una posizione lavorativa piuttosto che ad un’altra (es. flessibilità, empatia, capacità di prendere decisioni e di risolvere situazioni critiche, la creatività, la capacità di ascolto attivo, ecc…). In quasi tutte le ricerche di personale le caratteristiche personali hanno un peso significativo nella valutazione del candidato ed è opportuno conoscere le proprie per metterle il più possibile in risalto nel Curriculum Vitae.

  • Formato del file

Se decidi di inviare il tuo Curriculum Vitae online, assicurati di utilizzare un formato che possa essere aperto utilizzando i programmi standard. È inoltre importante sapere che il Curriculum Vitae non è immutabile perché cambia con noi, con il tempo che passa e con i nostri obiettivi: quindi stendiamolo in un formato modificabile (word, per esempio) e inviamolo in un formato non modificabile (PDF, per esempio),  ma  sempre aggiornato e completo.

  • Tieni traccia delle tue candidature

Quando invii numerose candidature, tieni traccia di tutte le posizioni indicando il ruolo per il quale ti candidi, l’azienda, il luogo di lavoro.

All’interno dei percorsi di politiche attive (GOL, DUL, Garanzia Giovani) Staff spa può supportarti nella stesura di un buon cv: informati presso la filiale più vicina a te e chiedici un parere.

www.staff.it

La formazione extrascolastica come investimento sul futuro

Formazione extrascolastica come investimento sul futuro

La formazione extrascolastica come investimento sul futuro

Oggi si parla tanto di formazione, soprattutto quando è legata al reinserimento sul mercato del lavoro attraverso i progetti di Politiche Attive. In particolare sulle fasce deboli e fragili questa opportunità talvolta fa poca presa o può essere vista come uno sforzo che in pochi sono disposti ad affrontare.

Perché? Me lo sono chiesto mille volte, soprattutto quando mi trovo di fronte a persone che non hanno potuto o voluto andare a scuola prima. Perché rinunciare alla possibilità che qualcuno ti insegni, ti trasferisca “qualcosa” perché tu lo possa rifare e crearti una possibilità di lavoro o semplicemente di conoscenza?

La scuola, con gli insegnanti, con i voti, con i libri, come la intendiamo in generale, per molte di queste persone è stata uno scoglio difficile da superare per infiniti motivi personali e sociali e forse non c’è il desiderio di replicare un’esperienza poco piacevole o addirittura assente, perdendo così la possibilità di ricominciare ad imparare.

La scuola ha da sempre una funzione pedagogica ed educativa molto forte, che va premiata e sostenuta, e proprio a scuola, in mezzo ai compiti in classe e alle interrogazione, si impara a gestire il tempo, a rispettare le scadenze, a superare le prove, a far fruttare la tensione, a coltivare le relazioni, a costruirsi le famose soft skill, quelle stesse che serviranno al lavoro un domani.

E il lavoro dove lo impariamo allora? Beh, sicuramente una buona parte a scuola, ma soprattutto proprio lavorando e con la formazione extrascolastica, che dovrebbe accompagnarci tutta la vita. In fondo si parla già di long life learning, no?

La questione riguarda soprattutto chi è fuori dal mondo del lavoro da un po’, chi “ha un’età”, chi crede che per lavorare bastino buona volontà e un po’ di testa.

Nessun lavoro oggi si riduce ad una mera catena di montaggio, nessun lavoro oggi è separato da un’evoluzione tecnologica e digitale, nessun lavoro oggi è privo di nuove competenze tecniche da imparare.

Imparare d’altronde è un esercizio di flessibilità, paragonabile al salto di un atleta, all’acrobazia di un ginnasta: si abbandonano le certezze per addentrarsi in un equilibrio nuovo, con nuovi strumenti, con nuove abilità. Vuol dire mettersi in discussione, vuol dire riplasmare il proprio cervello e non intendo solo metaforicamente: il cervello crea nuove sinapsi, nuovi collegamenti fra le cellule cerebrali e si rinnova.

Partecipare ad un corso di formazione vuol dire ricominciare da capo per crearsi un nuovo futuro, per darsi nuovi obiettivi, per vedere il mondo da un punto di vista diverso e per aggiornare delle conoscenze che magari risalgono a qualche decennio fa e ad un mondo molto diverso da quello in cui viviamo oggi.

Si pensi, per esempio, alle competenze digitali di base, come scrivere una mail, allegare un documento, scattare una foto ed inviarla, compilare un documento on line, usare la SPID, etc.…: chi, come chi scrive, è nato negli anni ’70 a scuola queste cose non le ha potute studiare, ma come poterne fare a meno oggi nella vita privata e sul lavoro? Potremmo citare anche la conoscenza della lingua inglese, ma anche tutte quelle conoscenze che vanno aggiornate periodicamente (materie amministrative, contabili, fiscali, meccaniche, tecnologiche in generale, etc.…).

La formazione extra scolastica è oggi più che mai accessibile a molti, essendo finanziata, per esempio, da enti, aziende o associazioni di categoria e quindi gratuita per chi la riceve.

In questo senso la formazione extra scolastica, quella che dura tutta la vita lavorativa, è un investimento sul futuro: ci aiuta a rinnovarci non solo dal punto di vista professionale, per rimanere al passo con i tempi, ma ci sostiene nella motivazione e nel superamento dei nostri limiti.

Emma  – Filiale di Mantova
Staff S.p.A.

Il colloquio di lavoro: come superarlo efficacemente in 10 mosse

ASSEGNO LAVORO GOL

Il colloquio di lavoro

Ci siamo candidati a decine di annunci, abbiamo inviato centinaia di cv, abbiamo risposto a innumerevoli inserzioni sul giornale e finalmente…ci hanno convocato ad un colloquio di lavoro!

Quando siamo arrivati a questo passo del processo di selezione pensiamo di avercela già fatta, di aver ottenuto il nostro posto, di essere ad un passo dal nostro primo giorno di lavoro. E invece è proprio a questo punto che cadiamo, che commettiamo qualche leggerezza (non errore!), sottovalutando spesso la breve o lunga intervista, in presenza o a distanza, a cui verremo sottoposti.

Infatti, il colloquio  di lavoro è un momento fondamentale per il datore di lavoro o per il selezionatore perché è quel passaggio preliminare che consente loro di conoscere chi entrerà a far parte della squadra di lavoro, la persona che coprirà quella posizione specifica, che svolgerà quella precisa mansione, risolvendo spesso un momento di squilibrio nell’organizzazione.

Tuttavia, l’intervista al colloquio di lavoro è per gli stessi candidati il momento in cui capire meglio l’annuncio a cui hanno risposto e soprattutto l’azienda che li accoglierà.

È l’occasione per raccogliere sensazioni sul loro prossimo posto di lavoro e per fare le dovute considerazioni su quello che stanno davvero cercando.

Alle fine, diciamocelo, il colloquio di lavoro è un “primo appuntamento” per entrambe le parti, durante il quale ci mostriamo al meglio delle nostre possibilità per instaurare una relazione, che, si spera, duri il più a lungo possibile.

Affrontare al meglio il colloquio di lavoro

Quindi, per affrontare questo passaggio cruciale ecco qui alcuni consigli utili:

  1. Prepariamoci ad un possibile chiamata di convocazione, quindi teniamo traccia degli annunci a cui abbiamo risposto o delle aziende a cui abbiamo consegnato il Curriculum, per ricordarcene prontamente quando ci contatteranno al telefono. Inoltre, se siamo in un periodo di ricerca attiva di lavoro, teniamo il telefono a portata di mano per non perderci nessuna chiamata.
  2. Appuntiamoci correttamente data, ora, luogo dell’appuntamento e cerchiamo di essere puntuali. In caso di ritardo, avvisiamo per tempo chi ci sta aspettando.
  3. Presentiamoci con abbigliamento adatto al contesto: a seconda del ruolo che dovremo ricoprire possiamo permetterci una maggiore o minore formalità, ma cerchiamo di curare la nostra immagine in termini di ordine e decoro.
  4. Prepariamoci sull’azienda che andiamo ad incontrare, visitiamo anche rapidamente il sito, la pagina social: in fondo chi va più al “primo appuntamento” senza prima aver visto la pagina Facebook, TikTok o Instagram della persona con cui uscirà?
  5. Non è come a scuola: il colloquio di lavoro non ha risposte giuste o sbagliate, è la presentazione di noi stessi quindi dobbiamo per forza essere preparatissimi. Come, quando e perché abbiamo fatto quel percorso, quella scuola, quella scelta sono domande classiche alle quali dobbiamo saper rispondere. Quindi, nel fare il CV, immaginiamoci quali domande potrebbero farci e prepariamoci.
  6. Siamo onesti prima di tutto con noi stessi e quindi con gli altri: nascondere, dissimulare o addirittura mentire sul proprio curriculum è inutile se non controproducente. In una società iperconnessa come la nostra, le informazioni su di noi sono più a portata di mano di quanto pensiamo. Inoltre, teniamo conto che chi ci intervista leggerà anche il linguaggio del nostro corpo, il quale di solito non mente mai.
  7. Calma ma non troppo. Uno stato di eccessiva agitazione o uno di eccessiva rilassatezza sono una trappola in cui cadere è semplicissimo: in entrambi i casi, potremmo dire cose inappropriate o di cui ci pentiremo successivamente.
  8. Teniamo alto il tono dell’umore: un atteggiamento positivo e costruttivo può cambiare radicalmente l’esito della selezione durante il colloquio di lavoro.
  9. Se ce ne viene data la possibilità, facciamo domande, chiariamo i punti che non abbiamo capito, perché così facendo daremo l’idea che siamo veramente interessati al lavoro, che ci preme non lasciare nulla al caso. Chiediamo inoltre quando indicativamente potremo avere un esito finale, così da poterci organizzare per altri colloqui/selezioni.
  10. Siamo fiduciosi sull’esito, qualunque esso sia. Se sarà positivo, avremo ovviamente raggiunto il nostro obiettivo più alto. Il colloquio di lavoro non è un giudizio personale su di noi, ma una valutazione di compatibilità con quell’azienda o con quella posizione: un esito negativo vorrà semplicemente dire che “non eravamo fatti l’uno per l’altra”!

Emma – Filiale Mantova

STAFF Agenzia per il Lavoro, compie 10 anni ed è già grande.

Sede Legale

Tra le prime 12 agenzie in Italia, 38 filiali in 12 regioni, oltre 200 milioni di fatturato ed un gruppo di società che coprono tutte le esigenze legate alle risorse umane. E tutto questo in soli 10 anni di vita.

Sono stati 10 anni intensi, nel corso dei quali sono stati raggiunti traguardi importanti, superati record di crescita e vinti numerosi riconoscimenti nazionali ed europei. Una storia di successo made in Mantova come poche, che non si è ancora esaurita. Nell’Headquarter di Staff si respira la soddisfazione per quanto fatto, di pochi giorni fa la notizia dell’ennesimo premio assegnato alla società di Porto Mantovano: “Campione della crescita 2023”, un riconoscimento ormai costante negli ultimi anni. Insieme alla consapevolezza di quanto fatto è ancora più presente e percepibile la tensione verso nuovi obiettivi, con la determinazione di confermarsi ad essere un punto di riferimento qualificato e autorevole per tutto il mondo del lavoro.

Un ruolo di responsabilità in un momento di profondi cambiamenti, in cui il mercato del lavoro richiede nuovi modelli organizzativi e nuove forme di flessibilità, che devono essere governate con conoscenza delle dinamiche dell’occupazione e della qualità del lavoro. Crescere ma anche far crescere i clienti che, in Staff, possono trovare un partner per la gestione delle risorse umane, con la capacità di offrire un servizio che spazia dalla somministrazione di lavoro alla ricerca, individuazione e selezione di figure professionali difficili da reperire sul mercato, dalla formazione al welfare aziendale.

E al tempo stesso un punto di riferimento per i lavoratori, per aiutarli a realizzare i loro sogni, che siano la ricerca di un lavoro per chi non ce l’ha, oppure il desiderio di un lavoro migliore, di avvicinarsi a casa, cambiare lavoro o progredire nella carriera del proprio percorso professionale.

Da dieci anni, Staff sa accogliere le richieste dei lavoratori e delle aziende per il perfetto incontro tra domanda e offerta di lavoro, e i numeri lo dimostrano: i 1.000 lavoratori somministrati nel primo anno di vita della società sono diventati oltre 17.000 quest’anno, impiegati presso oltre 2.500 clienti, per un totale che supera le 26.000 occasioni di lavoro. Dati ancora più importanti nella provincia di Mantova dove 1 lavoratore assunto in somministrazione su 8 è assunto da Staff.

Nella provincia hanno infatti  sede l’Headquarter e tre delle filiali Staff: Castiglione delle Stiviere, Mantova e Suzzara, costantemente impegnate nella ricerca e selezione di candidati interessati a mettere a disposizione le loro motivazioni ed esperienze.Impegno, passione, etica del lavoro, competenza, flessibilità, rispetto degli altri e delle regole: sono le nostre parole guida, che ci motivano e ci ispirano quotidianamente – dice Michele Borghi, Presidente di Staff – “e i risultati ne sono una diretta conseguenza. Siamo orgogliosi di essere arrivati a questo traguardo, anche per come ci siamo arrivati, con il contributo fondamentale di ogni singola persona di Staff che ad oggi conta 200 dipendenti diretti. E con la fiducia dei candidati, dei lavoratori e delle aziende clienti che ci hanno permesso di essere leader della provincia”.

Stings Mantova: Veronesi e Miles si presentano “Qui per vincere e dire la nostra”

Stings

Veronesi e Miles si presentano: “Qui per vincere e dire la nostra”

Si è tenuta questa mattina la presentazione ufficiale alla stampa dei nuovi giocatori degli Stings Giovanni Veronesi ed Anthony Miles. I nuovi volti biancorossi hanno rilasciato le loro prime dichiarazioni in una conferenza che si è tenuta nella sede principale di Staff – Agenzia per il Lavoro che, anche nella stagione 2022-23, sarà main sponsor della squadra mantovana.

Durante l’evento sono intervenuti anche il general manager degli Stings Gabriele Casalvieri e il presidente di Staff Michele Borghi.

Michele Borghi: “Sono orgoglioso di inaugurare questa stagione. La nostra azienda è vicina al mondo Stings da diversi anni. Siamo stati al fianco della società nei momenti più difficili, nel periodo del lockdown quando i palazzetti erano vuoti, e ci teniamo ad esserci anche in questo periodo di ripartenza. Ci aspettiamo un campionato ricco di emozioni, in cui ogni partita sarà una vera e propria festa per i tifosi e le famiglie.

Giovanni Veronesi: “Sono un grande appassionato di basket dell’A2 e delle categorie minors e conosco bene la storia di Mantova. Alla fine della scorsa stagione, la mia volontà è stata quella di cercare una squadra che ambisse a fare bene e ad arrivare ai playoff. Mantova mi è stata presentata come una piazza importante e, parlando con dirigenza e staff, ho trovato tanti punti in comune con le mie ambizioni. I miei obiettivi personali vanno di pari passo con quelli della squadra. In ogni gruppo ci sono gerarchie e per raggiungere risultati importanti occorre essere uniti anche nei momenti difficili.

So che devo crescere tanto, voglio migliorarmi sotto tanti aspetti tecnici. Sono sicuro che lo staff e i miei compagni mi daranno una mano e che alla fine della stagione sarò cresciuto. L’obiettivo è vincere quante più partite possibili, sono una persona molto competitiva e vogliamo dimostrare a tutto il nostro girone che siamo una squadra da temere e rispettare.

Ad una settimana dal raduno posso dire che le sensazioni positive iniziali sono state assolutamente confermate. L’ambiente è molto stimolante e unito e stiamo giocando in modo sempre più fluido giorno dopo giorno. Naturalmente, starà a noi creare l’alchimia giusta prima dell’inizio del campionato. Ora, però, ci aspettano le sfide di Supercoppa che saranno un primo test importante per capire le nostre potenzialità”.

Anthony Miles: “Sin dal primo giorno ho trovato un ambiente molto professionale. La città è stupenda e sto imparando a conoscerla ogni giorno di più insieme alla mia famiglia. Il coach e la squadra mi hanno accolto benissimo e da parte mia c’è tutta la volontà di dare il massimo in ogni partita. Le mie aspettative? Vincere. Vogliamo fare bene e vincere più partite possibili, è così che ci si diverte davvero. Credo che la squadra abbia tutte le qualità per farlo, possiamo arrivare ai playoff e giocarcela in ogni partita.

Per avere successo in serie A2 tutto parte dalla preparazione dello staff tecnico. E devo dire che qui a Mantova non manca assolutamente. I giocatori devono essere bravi ad ascoltare l’allenatore, essere uniti e rispettare il proprio ruolo, sia in senso gerarchico che tecnico. È un gioco di squadra, quindi parte tutto dalla disponibilità e dall’approccio dei singoli. Ci saranno sicuramente momenti di alti e bassi e nelle situazioni più complicate dovremo restare il più uniti possibile”.

Gabriele Casalvieri: “Ringrazio Staff per averci ospitato nella sua sede principale e per averci dato una grande mano questa estate. La squadra è cambiata tanto, è rimasto solo il capitano Riccardo Cortese e con lo staff tecnico abbiamo provato a costruire un gruppo con caratteristiche diverse. Ci siamo affidati a giocatori giovani e desiderosi di mettersi alla prova e di provare, in futuro, ad esibirsi nei palcoscenici più importanti della pallacanestro italiana. È nato un roster con ragazzi molto affamati, duttili e allenabili. C’è anche tantissimo talento in tutti i ruoli e ciò ci dà fiducia nel provare a migliorare il risultato dello scorso campionato.

Siamo arrivati ad un passo dalle semifinali, forse avremmo meritato di vincere la serie con Verona, la quale è riuscita a centrare la promozione in serie A2. L’obiettivo, quindi, è accedere ai playoff e a giocarci l’accesso al secondo turno”.

La prosecuzione dell’attività della Pallacanestro Mantovana è un’opportunità per tutto il territorio e il club stesso è un patrimonio della nostra provincia. Rappresenta i nostri coloro in giro per l’Italia e deve dare orgoglio alla nostra gente. L’obiettivo? Appassionare sempre più persone e portarle al palazzetto dove possono trovare un ambiente accogliente e gustarsi uno sport pieno di valori positivi”.

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Staff Spa festeggia record di fatturato e primi dieci anni di attività premiando ogni dipendente mediamente con 1500 euro

Premio 1500 euro

Staff: premo in media di 1.500 euro ai dipendenti Staff

Crediamo, a parole e nei fatti, nei valori fondanti della nostra attività, valori legati all’etica del lavoro, alla trasparenza, alla partecipazione di tutti alla definizione dei risultati e delle strategie da adottare per raggiungerli e per questo abbiamo deciso che parte degli utili generati in un esercizio così positivo siano distribuiti tra tutti i collaboratori. 

Così, ognuno di loro ha potuto beneficiare di un premio mediamente di circa 1.500 euro.
Un vero e proprio bonus da utilizzare attraverso la piattaforma Staff Welfare, società del Gruppo specializzata nello sviluppo di piani aziendali di welfare, attraverso cui ogni dipendente può spendere il proprio premio scegliendo tra una moltitudine di servizi, dall’acquisto di viaggi e vacanze al rimborso scolastico per i figli, dai buoni spesa al rimborso di visite mediche.
Staff è consapevole che risultati così importanti si possono raggiungere solo attraverso la partecipazione attiva e la dedizione di tutte le persone, ad oggi più di 170,  e che, con il loro impegno e la loro passione, hanno dato un contributo fondamentale al raggiungimento di risultati di rilievo assoluto.