La formazione extrascolastica come investimento sul futuro

Formazione extrascolastica come investimento sul futuro

La formazione extrascolastica come investimento sul futuro

Oggi si parla tanto di formazione, soprattutto quando è legata al reinserimento sul mercato del lavoro attraverso i progetti di Politiche Attive. In particolare sulle fasce deboli e fragili questa opportunità talvolta fa poca presa o può essere vista come uno sforzo che in pochi sono disposti ad affrontare.

Perché? Me lo sono chiesto mille volte, soprattutto quando mi trovo di fronte a persone che non hanno potuto o voluto andare a scuola prima. Perché rinunciare alla possibilità che qualcuno ti insegni, ti trasferisca “qualcosa” perché tu lo possa rifare e crearti una possibilità di lavoro o semplicemente di conoscenza?

La scuola, con gli insegnanti, con i voti, con i libri, come la intendiamo in generale, per molte di queste persone è stata uno scoglio difficile da superare per infiniti motivi personali e sociali e forse non c’è il desiderio di replicare un’esperienza poco piacevole o addirittura assente, perdendo così la possibilità di ricominciare ad imparare.

La scuola ha da sempre una funzione pedagogica ed educativa molto forte, che va premiata e sostenuta, e proprio a scuola, in mezzo ai compiti in classe e alle interrogazione, si impara a gestire il tempo, a rispettare le scadenze, a superare le prove, a far fruttare la tensione, a coltivare le relazioni, a costruirsi le famose soft skill, quelle stesse che serviranno al lavoro un domani.

E il lavoro dove lo impariamo allora? Beh, sicuramente una buona parte a scuola, ma soprattutto proprio lavorando e con la formazione extrascolastica, che dovrebbe accompagnarci tutta la vita. In fondo si parla già di long life learning, no?

La questione riguarda soprattutto chi è fuori dal mondo del lavoro da un po’, chi “ha un’età”, chi crede che per lavorare bastino buona volontà e un po’ di testa.

Nessun lavoro oggi si riduce ad una mera catena di montaggio, nessun lavoro oggi è separato da un’evoluzione tecnologica e digitale, nessun lavoro oggi è privo di nuove competenze tecniche da imparare.

Imparare d’altronde è un esercizio di flessibilità, paragonabile al salto di un atleta, all’acrobazia di un ginnasta: si abbandonano le certezze per addentrarsi in un equilibrio nuovo, con nuovi strumenti, con nuove abilità. Vuol dire mettersi in discussione, vuol dire riplasmare il proprio cervello e non intendo solo metaforicamente: il cervello crea nuove sinapsi, nuovi collegamenti fra le cellule cerebrali e si rinnova.

Partecipare ad un corso di formazione vuol dire ricominciare da capo per crearsi un nuovo futuro, per darsi nuovi obiettivi, per vedere il mondo da un punto di vista diverso e per aggiornare delle conoscenze che magari risalgono a qualche decennio fa e ad un mondo molto diverso da quello in cui viviamo oggi.

Si pensi, per esempio, alle competenze digitali di base, come scrivere una mail, allegare un documento, scattare una foto ed inviarla, compilare un documento on line, usare la SPID, etc.…: chi, come chi scrive, è nato negli anni ’70 a scuola queste cose non le ha potute studiare, ma come poterne fare a meno oggi nella vita privata e sul lavoro? Potremmo citare anche la conoscenza della lingua inglese, ma anche tutte quelle conoscenze che vanno aggiornate periodicamente (materie amministrative, contabili, fiscali, meccaniche, tecnologiche in generale, etc.…).

La formazione extra scolastica è oggi più che mai accessibile a molti, essendo finanziata, per esempio, da enti, aziende o associazioni di categoria e quindi gratuita per chi la riceve.

In questo senso la formazione extra scolastica, quella che dura tutta la vita lavorativa, è un investimento sul futuro: ci aiuta a rinnovarci non solo dal punto di vista professionale, per rimanere al passo con i tempi, ma ci sostiene nella motivazione e nel superamento dei nostri limiti.

Emma  – Filiale di Mantova
Staff S.p.A.